Yakisugi: quando il fuoco è amico del legno

Yakisugi è un'antica tecnica Giapponese di lavorazione del legno risalente al 1300. Il suo nome deriva dalla cryptomeria japonica o cedro rosso del giappone, chiamato Sugi in giapponese 杉. Data l'assenza di trattanti impregnanti, nel XIV secolo le tavole venivano sapientemente carbonizzate (Yaki 焼) al fine di resistere naturalmente a muffe ed insetti, alle intemperie e agli incendi, quindi aumentarne la durabilità.

La stessa tecnica di legno carbonizzato era comune anche nell’industria navale europea dal 1400 in poi, sono molti infatti gli scafi carbonizzati all’esterno per una maggiore resistenza all’acqua e alle alghe. Era usata anche da molte culture nella realizzazione di pali in legno che venivano prima sagomati poi bruciati e dunque in grado di resistere molti anni anche conficcati nel terreno.

La tecnica è spesso promossa nelle attività fai da te, bruciando le tavole o gli oggetti con un classico cannello a gas. Questo processo non è sempre efficace, perché l’effetto protettivo avviene non solo per mezzo della carbonizzazione superficiale ma anche tramite il calore controllato e il successivo fondamentale shock termico, oggi perfezionato con tecniche industriali avanzate.

La tecnica Yakisugi 焼杉 è anche chiamata in occidente Shou Sugi Ban ma tale definizione è sconosciuta in giapponese e deriva da una lettura errata delle lettere (kanji) che compongono il nome 焼杉板 ma che vanno pronunciate yaki-sugi-ita (letteralmente yaki=bruciare, sugi=cedro, ita=tavola).